(Hornblower 01.5) Il ritorno di Hornblower

Approfittando della tregua d’armi ottenuta con il trattato di Amiens, Bonaparte sta preparando uno sbarco sulla costa inglese. Se riesce a impadronirsi della « perfida Albione » avrà mano libera nel resto d’Europa e in Oriente. L’Inghilterra corre un pericolo mortale; senza esitare, dà corso al riarmo delle sue flotte e, appena potrà riprendere le ostilità, metterà il blocco ai porti e alle basi navali in Francia. Nel frattempo, però, la flotta francese alla fonda nella rada di Brest, la base navale più vicina e pericolosa, deve essere strettamente sorvegliata. Questo è il compito di Hornblower, comandante della Hotspur, la più piccola nave a tre alberi della flotta della Manica. Da solo, durante le settimane che precedono l’inizio delle ostilità, e dopo, con tutta la flotta dell’ammiraglio Cornwallis alle spalle, egli sarà sempre in linea, con tre nemici da combattere contemporaneamente: i francesi, le tempeste dell’Atlantico con gli scogli dell’Iroise sottovento, e l’incomprensione di qualche suo superiore. Ne esce sempre vittorioso, non come il James Bond moderno, ma solo in virtù della sua straordinaria abilità di marinaio, della sua « audacia calcolata », del suo ingegno.